Quando arrivano, trovano un Cile provato da situazioni politiche e sociali difficili, segnate soprattutto dal conflitto studentesco, durante il quale migliaia di giovani sono scesi in piazza per chiedere istruzione gratuita e di qualità per tutti. Inoltre, molte richieste sociali si sono fatte sentire in questi giorni: la famiglia, la non discriminazione, l’ambiente, le minoranze, ecc. È un momento di rivendicazioni legittime, ma anche di violenze deplorevoli.
Ma in Cile è anche il mese di primavera, della fioritura, della rinascita della natura, una stagione in cui le strade si riempiono di colori. Il sole fa sentire di più la sua presenza e siamo a poco a poco avvolti nel suo caldo abbraccio.
Io credo che i fratelli non sono arrivati per caso in questo momento così contrastato. Questo tempo dell’anno mi ricorda qualcosa che ha sempre attirato la mia attenzione, il fenomeno straordinario che permette ad un solo seme, piccolo e semplice, di contenere una grande bellezza, come un bel fiore o arbusto frondoso.
Penso a questo quando vedo qualche giovane, segnato dall’esperienza del Pellegrinaggio di fiducia, che si dedica alla preghiera, alla contemplazione e all’ascolto della parola di Dio. Molti di questi giovani vivono in prima linea le rivolte sociali di questi giorni e trovano nella preghiera un senso alla loro vita, a partire dal Vangelo, alla loro ricerca e alle loro necessità quotidiane.
Certo, non si tratta di grandi riunioni, come quelle che ci piace condividere, ma incontri in piccoli gruppi, come un seme. Grazie a Dio, questo seme può diventare un arbusto frondoso che ospita e da ombra a tutte quelle numerose persone che ora chiedono giustizia, libertà, amore, o ancora che cercano un cammino che dà loro la pace del cuore.
Un bel segno, silenzioso, fiorisce in questi giorni nella stazione centrale, e sul Pointe de Tralca, e alla "Llegua" o nelle aree a nord e a sud di Santiago, di recente a Quillota a Vina del Mar, Valparaiso e in tanti altri posti che forse non abbiamo ancora scoperto. C’è un grande bisogno di dare un senso a ciò che sta accadendo in Cile e nella vita di tutti noi. Discreta e semplice, questa necessità è legata alla speranza di essere accolti dallo sguardo amorevole di Gesù Cristo.
Coloro che hanno ricevuto questa chiamata hanno ricevuto la sfida di collaborare e quindi far parte di un vero Pellegrinaggio di fiducia sulla terra. I fratelli torneranno a Taizé ai primi di novembre e porteranno alcuni di quei fiori della primavera del cuore. Seguiremo da dentro questo giardino, piantato nel bel mezzo della lotta e dell’attuale situazione del Cile, ma che fiorisce solo con la luce di Dio, che sa amare. Egli ci conferma che, come nella canzone, "l’anima che arde d’amore, non stanca né si stanca".