Ogni settimana ci sono dei giovani tedeschi a Taizé desiderosi d’incontrare giovani d’altri Paesi, colpiti dai tempi di silenzio durante le preghiere comuni, abitati da domande sul futuro del loro Paese.
Sessant’anni fa venivano accolti i primi giovani tedeschi a Taizé: si trattava di prigionieri di guerra che vivevano in due campi di prigionia situati nei dintorni, e grazie a un permesso speciale qualche volta, per esempio a Natale, hanno potuto essere invitati dalla comunità per un pranzo insieme. Era la generazione dei bisnonni di quelli che oggi a centinaia e a migliaia giungono a Taizé quasi ogni settimana. Riflettono abbastanza fedelmente la composizione della popolazione del loro Paese: le regioni, la proporzione delle confessioni cristiane, dei battezzati e dei non battezzati, i diversi livelli di formazione. Non ci sono molti altri posti dove giovani tedeschi tanto diversi s’incontrano in una maniera così intensa. Con la caduta del Muro di Berlino i giovani dell’Est e quelli dell’Ovest si resero conto che, oltre la lingua, avevano in comune i canti di Taizé.
Giungono a Taizé da strade diverse. Numerosi responsabili della pastorale giovanile delle diocesi cattoliche e protestanti propongono regolarmente un viaggio, innumerevoli parrocchie inviano dei gruppi, molti giovani decidono di andarvi individualmente. Approfittano dei pullman navetta che, settimanalmente da fine febbraio a metà novembre, vanno e vengono da Karlsruhe a Taizé; quando quindici o venti giovani decidono di partire insieme, il pullman passa a prenderli nella loro città.
Da molto tempo i canti di Taizé sono stati inseriti nei libri di canto delle Chiese. Un po’ ovunque dei giovani s’incontrano, senza escludere gli adulti, per preghiere regolari che s’ispirano a quelle di Taizé: in chiese, case per i giovani, gruppi o associazioni laiche, parrocchie di studenti e anche in abitazioni private. Molti ripartono da Taizé con un coraggio rinnovato per impegnarsi nella pastorale giovanile.
Nel mese di novembre in numerose città tedesche si svolge una «notte della luce», con i canti di Taizé: a volte la celebrazione raduna i partecipanti in una cattedrale illuminata da candele. In ogni regione essa è preparata da giovani che spesso non hanno molto in comune ma ritrovandosi insieme per questa occasione mettono in pratica ciò che hanno scoperto a Taizé: l’esperienza che i cristiani possono ritrovarsi uniti nonostante le loro diversità e che non occorrono molte cose per vivere un’intensa preghiera. Dei fratelli di Taizé animano delle preghiere come queste durante i grandi raduni come il «Katholikentag» o il «Kirchentag», e anche durante incontri non organizzati dalle Chiese, come la prossima «Giornata dei Sassoni» vicino a Dresda.
Con la fine dei regimi totalitari nel 1945 e 1989 i cristiani possono di nuovo apportare il loro contributo alla società, a partire dei valori del vangelo. Di conseguenza gli incontri di giovani a Taizé non sono percepiti come qualcosa che riguarda solamente chi vi partecipa o come un fenomeno puramente ecclesiale, ma scuole pubbliche, gruppi di giovani impegnati in un anno di volontariato sociale o nel servizio civile o militare obbligatorio si recano a Taizé con i loro insegnanti, cappellani o accompagnatori; spesso le loro famiglie non partecipano alla vita della Chiesa, e vi sono anche giovani mussulmani o ebrei che desiderano accompagnare i loro amici cristiani sulla collina. In un certo numero di scuole questi viaggi sono diventati un momento importante dell’anno scolastico.
Ogni settimana a Taizé, oltre alla loro partecipazione ai gruppi internazionali, i giovani tedeschi hanno l’occasione di riflettere tra loro sulla situazione della propria Chiesa e del proprio Paese: che significa vivere la fede in comunione con altri, e non unicamente per se stessi o solamente con coloro che condividono le stesse opinioni? che cosa possono apportare i cristiani a una società pluralista e democratica? Ognuno può prendere la parola e si scopre che sono tanti coloro che si impegnano concretamente per migliorare la vita sociale nelle loro città. Spesso s’interrogano sull’avvenire di un Paese dove i giovani sono in grande minoranza: come far fronte all’invecchiamento della popolazione?
Anche se non mancano le voci critiche, la speranza è presente. La crisi, nella quale molti vedono affondare la Germania con la fine di una certa agiatezza materiale, può aver avuto dei risvolti positivi? Da un po’ di tempo, dei giovani tedeschi cantano senza paura dei canti tradizionali del loro patrimonio, come i loro coetanei d’altre nazioni: fino a qualche anno fa ciò non era immaginabile. Allo stesso tempo essi rimangono attenti alla cultura degli altri popoli.