Per tutta questa settimana santa, le preghiere comuni ci hanno avvicinato a Gesù. Lo abbiamo visto mentre si incamminava verso la sofferenza e la morte.
Il sabato santo – oggi – ci pone nel silenzio di Dio, una dimensione che Gesù ha conosciuto e che ha condiviso con tanti uomini e donne che hanno l’impressione di essere abbandonati da Dio.
Ed eccoci stasera alla vigilia della risurrezione di Gesù. Lui ha vinto la morte. In che modo? Attraverso l’amore che è stato più forte.
Per alcuni è difficile crederlo. Vediamo così tanta violenza nel mondo, in questi ultimi tempi si è scatenata ancora di più. Ieri l’altro c’è stato un terribile attentato in una università del Kenia che è costato la vita a 150 giovani. Ho telefonato ai nostri fratelli che vivono in Kenia, anche loro risentono dello choc che si è provocato nel paese. E tutti noi siamo sconvolti nel vedere situazioni in cui la vita umana non sembra avere più alcun valore.
Recentemente sono stato a Roma. Ho incontrato personalmente Papa Francesco. Tutti sappiamo quanto si sta impegnando per difendere i poveri e quelli che subiscono ingiustizie. Mi ha detto che pregava insieme a noi a Taizé in questo anno nel quale ricordiamo frère Roger. Vorrei chiedere a tutti voi di pregare per lui. Affidatelo a Dio ogni giorno, anche solo per un attimo.
Di Roma, una immagine resta impressa nella memoria. Un pannello mostrava le foto, proprio prima della loro esecuzione, dei 21 cristiani copti assassinati. Loro in ginocchi, dietro a ciascuno il boia con un coltello. Morivano per la loro fede. E quanti, anche fra i musulmani, muoiono perché stanno dalla parte sbagliata.
Non fermiamoci ad essere scioccati o accusatori. Vedere tutto questo mette ciascuno di noi davanti a queste domande: Sei disposto a rivedere le priorità nella tua vita? Non restiamo troppo spesso bloccati da domande e discussioni che in fondo non sono poi così importanti? Vuoi diventare costruttore di pace? Allora comincia dal posto dove tu vivi!
Conflitti armati devastano il Medio Oriente, ma ce ne sono tanti in altre parti del mondo. L’anno scorso i giovani ucraini sono venuti numerosi a Taizé e si sono incontrati con dei giovani russi. Era impressionante vedere lo sforzo che questi giovani facevano per ascoltarsi reciprocamente.
Allora ci siamo chiesti cosa potevamo fare per mostrar loro la nostra solidarietà.È nato dunque il progetto di fare un pellegrinaggio in tre tappe. La prossima settimana, insieme a quattro fratelli della comunità ed un centinaio di giovani da tutta l’Europa, andremo a Mosca alle celebrazioni della settimana santa con i cristiani ortodossi. La loro data per la Pasqua è fissata una settimana dopo la nostra festa in occidente.
Poi, noi fratelli della comunità, andremo due giorni a Minsk, in Bielorussia. E poi la terza tappa sarà in Ucraina, dove un altro gruppo di giovani europei ci raggiungeranno a Kiev e Lviv.
Andremo a mani vuote, senza altro progetto se non quello di raggiungere i cristiani di questi paesi per la loro celebrazione del mistero pasquale. Cristo è la nostra speranza. Egli è vivo. Egli ci raduna. Non ha forse detto queste parole: “Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me.” Allora vogliamo riunirci affinché ci possa attirare insieme nel suo amore.
Sono molto contento di vivere le celebrazioni della Pasqua con i cristiani di questi tre paesi. I canti, le parole, le icone, le luci, tutto esprimerà il mistero di Cristo che ama ciascun essere umano.
Riporre la nostra fiducia in Cristo non è sempre un sentimento che ci tranquillizza. Ma ricordiamoci che sempre lui ci dona la sua pace, e con essa il coraggio di prendere decisioni forti che orientano la nostra vita. Se ricevere la pace di Cristo potesse diventare la priorità nella nostra vita, il mondo cambierebbe molto.
Questa sera, noi fratelli della comunità, siamo felici di aver accolto un nuovo fratello nella nostra comunità; è originario dell’Olanda. E la settimana scorsa, un giovane del Cile è anche lui entrato nella nostra comunità.
Si preparano adesso ad impegnare tutta la loro vita per Cristo. Cercheranno sempre a lasciarsi condurre dallo Spirito Santo. Camminare su questa strada significa imparare ad aprire le nostre mani, non restare legati ai nostri sogni, ai nostri progetti, ma prendere il largo e credere, come bambini, che Dio si prende cura di noi.
Sì, vorremmo abbandonarci a Dio, vivere ogni giorno della pace di Cristo come di un nutrimento. In questo ci sosteniamo tra fratelli. La comunione fra cristiani è un sostegno inestimabile. Anche voi, là dove vivete, cercate un appoggio nella comunione con altri cristiani.
Questa comunione fra tutti coloro che amano Cristo è una incomparabile sorgente di gioia. Questa settimana lo abbiamo potuto vivere insieme. E ci appoggiamo anche sui credenti che ci hanno preceduto. Uno di loro che ha vissuto in Russia, Serafino di Sarov, ha detto “Consegui la pace ed una moltitudine intorno a te la troverà”.