TAIZÉ

La vita a Taizé: Racconti e testimonianze

 
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Momenti di condivisione intensa

Clément (Francia)

Che fervore e agitazione sotto le campane di Taizé! I responsabili dei gruppi faticano a farsi sentire mentre 300 giovani stanno organizzandosi per foto ricordo, quelle che si guarderanno per tanto tempo. Quelle che rievocheranno gli innumerevoli momenti forti vissuti a Taizé per la festa di Tutti i Santi. L’avventura è iniziata domenica 23 ottobre quando, all’inizio del pomeriggio, la collina accoglieva i primi pellegrini, la gioia e la speranza incatenate al cuore. 3200 giovani hanno vissuto durante questi tre giorni momenti di condivisione intensa, tempi di preghiera dove il fervore e l’energia della fede si percepivano ovunque, in comunione.

I lavori pratici sono svolti con allegria ed impegno. Dopo i gruppi di discussione, i giovani ripartono meravigliati da quegli incontri, contenti delle loro condivisioni sulla Bibbia. Speranza, fiducia, gioia e pace: quattro parole dei giovani per definire la loro esperienza in questo periodo della festa di Tutti i Santi. Fra loro una voce si è distinta per dire: «Non preoccuparti! Dio ti ama! La pace sia con te!»

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Frère Alois è andato ad Assisi per l’incontro interreligioso organizzato dal papa Benedetto XVI in occasione del 25° anniversario di questa stessa giornata, voluta allora da Giovanni Paolo II. A Taizé, i fratelli ed i giovani hanno pregato in comunione:

Dio di pace. Sii lodato per l’incontro dei credenti di tutte le religioni, oggi ad Assisi. Anche se invisibile ai nostri occhi, tu accompagni ciascun essere umano. Tu ci doni la tua pace, essa ci mette in comunione gli uni gli altri. E già il tuo amore può irradiarsi attraverso la nostra vita.

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GIOVEDÌ 27 OTTOBRE

Dei monaci buddisti coreani a Taizé

Mentre effettuavano una visita in Francia in vista di scambi culturali, accademici ed interreligiosi, il Molto Venerabile Jaseung, presidente del più grande ordine monastico buddista della Corea, l’ordine Jogye (settemila monaci, seimila monache), ha desiderato trascorrere la giornata del 29 settembre a Taizé. Accompagnato da dieci altri monaci, ha assistito alla preghiera di mezzogiorno della comunità e condiviso il pasto con i fratelli. Momenti di conversazione con frère Alois, priore di Taizé, hanno riguardato il tema: in che cosa la vita monastica permette a degli uomini di tradizioni molto differenti di essere tuttavia così vicini? Sono state considerate possibilità di collaborazione per il futuro. Il prossimo incontro interreligioso di Assisi, al quale il Venerabile Jaseung e frère Alois hanno partecipato, è stato visto come un segno di speranza.

lunedì 17 ottobre

L’autunno è arrivato

  • A Taizé, le foglie morte invadono le strade, segno che una nuova stagione sta per iniziare. Alla sorgente Saint-Étienne, gli alberi si rivestono dei colori autunnali. Questa stagione è anche quella della partenza dei fratelli in molte direzioni, dopo l’estate, per visitare giovani e comunità cristiane locali, dall’Australia al Cile, dall’Africa del Sud all’India.
  • Un gruppo di giovani di Haiti è venuto per partecipare agli incontri a Taizé per due settimane. Era importante dare un particolare segno di ospitalità a questi giovani provenienti da un paese che continua così tanto a soffrire. Nel medesimo periodo, anche l’arcivescovo Felix Machado, dell’India, ed un archimandrita ortodosso venuto dalla Bulgaria sono passati a Taizé.
  • I giovani che ripartono dopo l’estate, chiamati ad impegnarsi nei loro quartieri e nelle loro comunità cristiane locali, possono eventualmente restare vicini a ciò che si vive sulla collina attraverso alcuni piccoli segni di comunione:
    le letture quotidiane della preghiera di mezzogiorno,
    le brevi meditazioni di frère Roger,
    la «Lettera da Taizé» pubblicata ogni tre mesi,
    una breve conversazione video inedita con frère Roger, diversa ogni mese,
    e naturalmente sul «podcasts» regolarmente aggiornato a partire dalle registrazioni della preghiera comune.
mercoledì 28 settembre

Uno scambio con il pastore Olav Fykse-Tveit, segretario generale del consiglio ecumenico delle Chiese

Friedemann (Germania)

Nel corso della nostra condivisione con giovani di ogni orizzonte, il pastore ha espresso la sua gioia di poter incontrare a Taizé giovani di confessioni e culture diverse. Per lui, il suo soggiorno è stato una esperienza della realtà ecumenica.

Oltre ad alcune domande concernenti le azioni del consiglio delle sue Chiese membri, abbiamo avuto uno scambio rispetto a numerose immagini dell’ecumenismo: Come possiamo radunarci tutti in un unico corpo di Cristo? Il Regno di Dio non è «giustizia e pace e gioia nello Spirito Santo»? In che modo questi frutti del Regno di Dio possono essere offerti a tutti, senza esclusione? E come si può reagire di fronte alle minacce subite un po’ dappertutto nel mondo? Cosa possiamo fare come individui per contribuire alla pace?

Oltre le frontiere della cultura, della nazionalità ed anche della fede, ci compete accettare, rispettare ed amare i cristiani delle altre Chiese. Essendo chiamati a formare una Chiesa, possiamo condividere idee, problemi e soluzioni per apprendere gli uni dagli altri, al fine di creare l’unità nella diversità della famiglia di Dio.

venerdì 9 settembre

Durante tutta l’estate, scoprire «una solidarietà fra tutti gli esseri umani»

Durante il mese di agosto, la collina ha visto l’alternarsi di migliaia di giovani, per delle settimane di incontri davvero «internazionali ed ecumenici»! Una sera, frère Alois diceva ai giovani radunati nella chiesa della Riconciliazione: «Queste settimane d’estate siamo così numerosi, provenienti da tanti paesi e da diversi continenti. La gioia di essere insieme ci fa presentire che esiste una solidarietà fra tutti gli esseri umani, e che è possibile prendere delle responsabilità gli uni per gli altri.»

Festa della Trasfigurazione.

Il 6 agosto, come ogni anno, è stata celebrata questa festa che proviene dalla tradizione ortodossa. Durante tutta l’estate, giovani ortodossi, principalmente dalla Romania, dalla Serbia, dall’Ucraina e dalla Russia, hanno partecipato agli incontri a Taizé. Una grande icona di Cristo è stata portata da alcuni giovani di Sarajevo (Bosnia-Erzegovina) e sistemata nel coro della chiesa.

Fine settimana del 15 agosto.

In cammino verso Madrid, numerosi gruppi da tutto il mondo hanno fatto tappa a Taizé. Per alcuni giorni ci sono stati fino a 4500 giovani sulla collina. L’indomani del 15 agosto, i fratelli hanno ricordato la morte di frère Roger, avvenuta sei anni fa. Frère Alois ha rievocato la sua vita durante il suo incontro settimanale con i giovani.

Incontri estivi.

Fra le visite rilevanti di questo mese di agosto, ricordiamo quella del segretario generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese, il pastore Olav Fykse-Tveit, venuto poco dopo il pastore Martin Junge, segretario generale della Federazione luterana mondiale. Da Rotterdam sono anche venuti il precedente ed il nuovo vescovo cattolico, Mons. Van Luyn e Mons. Van den Hende, ed il pastore Plaisier, della Chiesa protestante dei Paesi Bassi. Anche une delegazione del protestantesimo cinese ha visitato Taizé, condotta dal pastore Shen Xue Bin, presidente dei protestanti di Shanghai e vicepresidente dei protestanti della Cina.

martedì 23 agosto

Un pasto in silenzio

A seguito dei tragici attentati di luglio in Norvegia, i fratelli ed i giovani hanno ricordato le vittime ed i loro familiari nella loro preghiera. Il venerdì successivo, un pasto in silenzio è stato condiviso dappertutto. La settimana dopo, la stessa proposta è stata fatta a tutti, per esprimere un segno di solidarietà con coloro che soffrono la fame in Somali, in Kenia, in Etiopia ed in Corea del Nord.

Steve (Inghilterra)

Una delle esperienze più impressionanti del mio soggiorno è stato il pasto in silenzio condiviso venerdì. Nulla era stato fatto per forzare quel silenzio. La proposta era stata lanciata da frère Alois per vivere un gesto di solidarietà, e volontariamente migliaia di persone hanno accettato questo piccolissimo sacrificio che ha lasciato una viva impressione a molti giovani con cui poi ho parlato. Ecco tre punti che conservo particolarmente nel moi pensiero:

  • Una semplicissima idea, condivisa con molti, può diventare allo stesso tempo bella e piena di forza.
  • Ciascuno era capace di comprendere i bisogni degli altri senza la necessità di usare le parole. Io aiutavo a coordinare la distribuzione del pasto: il nostro gruppo, i giovani che distribuivano il cibo e la gente, hanno capito istintivamente in che modo cooperare.
  • Ed infine... nessuno può misurare o anche solo cercare di misurare i pensieri che sono germinati durante questa ora di silenzio, e che diverranno azioni concrete cambiando la vita di persone in situazioni difficili. Lasciamo tutto questo nelle mani di Dio.
venerdì 12 agosto

Un incontro con il pastore Junge

Jessica (Nouva Zelanda)

Ho partecipato recentemente, qui a Taizé, ad una discussione con il pastore Martin Junge, segretario generale della federazione luterana mondiale, insieme ad un gruppo di giovani arrivati dai quattro angoli del mondo. Ci ha parlato del suo lavoro, della sua famiglia, della sua fede, ci ha detto come equilibra questi elementi nella sua vita di tutti i giorni. Si è parlato di ecumenismo e del bisogno di praticarlo attivamente fra cristiani, a partire da questo punto di partenza: comprendere gli altri e perché le Chiese vivono la loro fede in quel modo. È importante al più alto livello delle istituzioni, ma anche sul piano individuale, fra i cristiani.

Sono stata ispirata dall’appello che il pastore ha lanciato ai giovani, di avere una parte più attiva nella vita delle loro chiese, di cercare i mezzi per rendere la fede maggiormente accessibile ai giovani. Ma la cosa che più mi ha colpito è la gioia che egli ha nel vivere la sua fede. Anche con gli obblighi legati al suo lavoro ed i viaggi frequenti lontano da casa ed in culture differenti dalla propria, cerca sempre di trovare una chiesa dove pregare e dei cristiani con i quali condividere la gioia della sua fede.

LUNEDÌ 8 AGOSTO

Carrefour sull’ America Latina

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Cammini verso la fiducia

Sigrid (Danimarca)

«Come è possibile che noi, i cristiani, noi diciamo voler amare tutto il mondo quando non ci amiamo gli uni gli altri?» mi domandava una ragazza di 12 anni qualche anno fa. La sua semplicità e la sua spontaneità mi hanno profondamente colpito ed hanno rivelato in me un desiderio, che penso sia comune a molti giovani: l’unità dei cristiani. È difficile capire perché spesso guardiamo ciò che ci separa anziché osservare ciò che ci unisce. C’è tanta vita nelle differenti Chiese e noi potremmo veramente arricchirci reciprocamente. Noi, i giovani, non sappiamo un granché della teologia, ed è forse per questo che siamo spinti a cercare delle discussioni per vivere l’unità. È quanto facciamo a Taizé dove una semplicità ed una spontaneità ci donano la gioia di condividere e di pregare insieme. Qui camminiamo già su una via nuova, verso la fiducia.

giovedì 4 agosto

Indignazione, passività o impegno?

Michał (Polonia)

Durante la mia settimana a Taizé, ho preso parte ad una riflessione sui giovani, il loro posto nella società ed i mezzi che essi hanno per cambiare il mondo. Ho capito che, quale che sia il posto dal quale vengono, si trovano problemi condivisi da altre persone della nostra età. In un mondo pieno di dibattiti politici, non ho mai avuto desiderio di prendere parte alla vita sociale del mio paese. Dopo questo incontro, ho colto che, malgrado i pregiudizi legati alla mia giovane età, ho il potere di cominciare a creare un «mondo nuovo» al di là dell’intolleranza e dell’ignoranza generale. Anche iniziando a fare piccole cose nella mia piccola società, potrò agire con altri. Insieme, perché noi siamo l’avvenire di questo mondo, possiamo già creare società nuove basate su un desiderio comune di vivere in pace.

lunedì 1 agosto

Taizé: nell’estate i grandi incontri si susseguono

A partire dall’inizio del mese di luglio, i grandi incontri dell’estate si susseguono a Taizé. Fra i numerosi paesi rappresentati, si è notata la presenza di giovani della Palestina, della Bielorussia, e l’arrivo di numerosi giovani volontari venuti per qualche settimana dai cinque continenti.

Fra gli incontri proposti, a seguito dei movimenti di protesta giovanile in diversi paesi, un incontro si tiene, fin dall’inizio dell’estate, sul tema: «Indignarsi, coinvolgersi… Scambio sul posto dei giovani nella società di oggi.»

A Taizé, per tutta l’estate, è presentato nella sala delle esposizioni l’artigianato sviluppato dai frère di Taizé che vivono a «Mji wa Furaha», la «Città della Gioia », nella grande periferia di Nairobi. Inoltre, a qualche chilometro da Taizé, 66 ceramisti della regione, fino alla metà di settembre, presentano le loro opere ed animano dei laboratori sul tema «A ciascuno la sua creatività», attorno a frère Daniel e su iniziativa del comune di Cluny.

lunedì 25 luglio

Preoccuparsi per gli altri in una società talvolta così individualista

Esther (Spagna)

Lo scorso maggio, a Madrid, la mia città, come in tutte le città della Spagna, insieme a gente di ogni età, fra cui molti giovani, siamo andati nelle piazze per protestare, affinché siano tenute in conto le nostre opinioni, per farci sentire.

Sono piena di speranza scoprendo che abbiamo potuto formare una «comunità di cittadini», riunendoci ed organizzandoci per farci sentire dai nostri dirigenti, dell’Europa e del mondo. Il movimento, che raccoglie parecchie decine di migliaia di persone, ha potuto trovare un’eco nei media, ma al tempo stesso ha permesso di formare delle assemblee locali, per identificare e combattere piccoli problemi e difficoltà nel quartiere, o delle assemblee più specializzate intorno a domande come l’ambiente o il progetto legislativo. A mio parere, questo indica una preoccupazione per gli altri in una società talvolta così individualista.

Abbiamo capito che ogni piccolo aiuto è importante per ottenere una società più giusta, come a Taizé ogni lavoro, anche il meno visibile, ci permette di sentirci «a casa». Non so se possiamo «cambiare il sistema», idea fondamentale in questo movimento degli «indignati». Ma renderci conto che vivremmo meglio conoscendoci ed aiutandoci mi sembra già essenziale: ne sarà valsa la pena.

lunedì 18 luglio

La parola « comunione » acquista tutto il suo senso

Agathe (Francia)

Un faccia-a-faccia con Dio, la prova evidente del suo amore, ecco ciò che mi mancava in tutto quest’anno e che ho potuto vedere a Taizé. Grazie alle numerose discussioni nei momenti di condivisione o al di fuori con persone di ogni provenienza, ho avuto la prova evidente che Dio era in ciascuno e che era presente per aiutarci ad aprire il nostro cuore a lui ed agli altri, ed anche a parlare senza maschere della nostra fede e della nostra vita per essere nell’amore e nella fiducia. I momenti di preghiera e d’eucaristia proposti erano per me un momento molto personale fra Dio e me, ma anche un momento di condivisione dove la parola «comunione» acquista tutto il suo senso.

giovedì 14 luglio

Un modo nuovo per cercare Dio

Michael (Danimarca)

Questa settimana a Taizé mi ha aperto gli occhi ad un modo totalmente nuovo per cercare Dio.È molto più silenzioso e semplice che da me, ed ho scoperto un volto di Dio totalmente differente. Durante gli incontri e le preghiere, ho parlato con Dio come se fosse proprio al mio fianco. In precedenza, mai avevo fatto una simile esperienza.

martedì 5 luglio

La gioia della vita comune

Yeseul Kim (Corea del Sud)

Prima di venire a Taizé, trovavo difficile aprirmi agli altri. Talvolta incontravo anche delle difficoltà nel mio scambio con Dio, nonostante la mia presenza regolare alla messa cattolica alla quale assisto ogni domenica fin dalla mia infanzia. Sono venuto a Taizé per trovare il modo di far cadere queste barriere nella mia vita, malgrado la mia paura di lasciare la mia famiglia ed i miei amici, e per condividere la mia vita con persone che non conoscevo. Adesso, mi sento meglio e sono più disteso di prima. Non sempre è facile vivere in comunità, ma, a poco a poco, sento la gioia di vivere scoprendo me stesso e diventando più aperto agli altri.

giovedì 30 giugno

Dall’Ascensione alla Pentecoste

La festa dell’Ascensione è stata celebrata a Taizé insieme a più di 4000 visitatori di numerosi paesi, compresi alcuni arrivati dall’estremo Nord della Svezia. Come ha detto frère Alois ai giovani radunati,

«qui, per pregare, abbiamo la fortuna di ritrovarci insieme a molti altri. Cantare insieme risveglia una preghiera nelle nostre profondità e ci unisce in un’unica comunione».

Parlando dell’importanza della fiducia fra i popoli,frère Alois ha menzionato la recente visita di un frère in Tunisia:

«Laggiù alcune persone gli hanno detto quanto per loro era importante sapere che in molti paesi del mondo si era attenti a loro e li si sosteneva».

La settimana successiva è iniziata con 300 partecipanti, poi per il fine settimana di Pentecoste, la chiesa si è nuovamente riempita. Sabato sera un fratello tedesco si è impegnato a vita nella comunità. L’indomani mattina, una corale del Congo ha introdotto l’eucaristia di Pentecoste.

mercoledì 15 giugno

Riflettere sulla vita sotto lo sguardo di Dio

Blaze (Stati Uniti)

Per essere del tutto onesto, ero molto nervoso quando sono arrivato a Taizé. Avevo solo sentito parlare della comunità da un amico e non avevo davvero grandi idee di ciò che stava per attendermi. Con la prima preghiera della sera, insieme con tutti i fratelli ed i visitatori, ho già sentito che una pace mi riempiva.

Le due settimane prima di arrivare a Taizé, avevo lavorato al Festival di Cannes, dove ogni giorno era un nuovo momento di stress, in un ambiente di permanente emulazione. Avevo un bisogno urgente di riflettere sulla mia vita e sulle decisioni da prendere. A Taizé sono stato incoraggiato a riflettere sulla vita, sotto lo sguardo di Dio.

mercoledì 1 giugno

Incontro con il filosofo Olivier Abel

Stefan (Germania)

Nel corso di un incontro con il filosofo francese Olivier Abel ed i giovani volontari che vivono a Taizé per un periodo di tempo, tutti e cinque i continenti erano rappresentati. Il nostro scambio è iniziato evocando dei Padri della Chiesa antica che avevano creato piccole comunità isolate, nel deserto, in un momento di grande inquietudine sociale – simile a quello di oggi – per essere testimoni e mediatori del mondo nuovo di Dio. Essi avevano voluto attirare l’attenzione sulla realtà del Regno di Dio attraverso la loro vita comune. Non è anche questa l’idea fondamentale della vita a Taizé: essere lievito, fermento nella società e nella Chiesa di oggi?

venerdì 27 maggio

«Ciò che fate ai più piccoli»

Claire (Francia)

Il mio soggiorno a Taizé è stata l’occasione per rimettermi in discussione, per approfondire la mia fede, per farmi delle domande… Mi è rimasta una frase di Gesù che a mio parere riassume la fede cristiana: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Matteo 25). Tornando a casa, mi piacerebbe andare verso il mio prossimo così semplicemente e profondamente come a Taizé. Mi sono resa conto che si arriva al cuore di una persona attraverso la semplicità, non attraverso il superfluo. Ho incontrato un sacco di persone con le quali ho avuto una reale amicizia che cercherò di mantenere. Se c’è un momento indimenticabile che ho vissuto, è stata la processione verso la croce il venerdì sera. Sono rimasta sconvolta ed impressionata da questo momento.

lunedì 23 maggio

Taizé: dalla Russia al Sud Dakota, una grande diversità di origini

Le scorse due settimane a Taizé sono state segnate soprattutto dalla presenza di parecchi gruppi di diverse origini che hanno trovato la loro unità nella preghiera comune. La visita di un gruppo dall’Ucraina ha permesso a giovani di altri paesi di assistere alla liturgia ortodossa nella chiesa del villaggio. La settimana successiva, l’arrivo di una parrocchia di Mosca, che ha accolto dei giovani durante il loro pellegrinaggio di Pasqua, ha ulteriormente favorito uno scambio fra le tradizioni cristiane orientale ed occidentale.

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Un altro importante avvenimento è stato il raduno diocesano di 1400 bambini della regione di Taizé, per una giornata. La loro gioia, la loro curiosità e la loro voglia di esplorare e di scambio, hanno animato molto la collina, in una settimana di relativa calma.

La diversità culturale è tangibile, grazie ai visitatori provenienti dalla Finlandia e da parecchi altri paesi europei, ma anche per la presenza di Amerindi degli Stati Uniti, di cui questo gruppo del Sud Dakota ormai visita Taizé tutti gli anni. Nella giornata, tutti parlano, condividono e pregano insieme ed il clima di apertura lo si vede fino a sera, quando celebrano la loro fede e la loro comunione con canti, danze e giochi dei loro paesi di origine.

lunedì 16 maggio

Pasqua a Taizé: «Attraverso la sua resurrezione Cristo ci raduna»

Per tutta la Settimana Santa, i giovani sono arrivati sempre più numerosi a Taizé per partecipare alle celebrazioni della Passione e della Resurrezione. In tutto c’erano più di novemila giovani di tutta l’Europa ed anche da altri continenti, per le due settimane prima e dopo la Pasqua. Per i fratelli e per tutti i visitatori di passaggio, è stata, giorno dopo giorno, una vera salita verso la gioia di Pasqua. Come ha detto frère Alois prima della sua partenza per Mosca,

attraverso la sua resurrezione Cristo ci raduna, da differenti confessioni cristiane e da differenti popoli. Voi, i giovani, voi potete contribuire affinché la luce della Pasqua, la luce della resurrezione, brilli fino nelle situazioni difficili che l’umanità attraversa.
mercoledì 27 aprile

Taizé: Con l’avvicinarsi della Pasqua, fervono i preparativi

Giovani di numerosi paesi continuano ad arrivare a Taizé. Sotto un sole primaverile, hanno aiutato a montare le grandi tende, ad installare i pavimenti nei tendoni dove si svolgeranno le introduzioni bibliche. Fra loro un gruppo dalla California, molto entusiasta, ha partecipato attivamente. Dopo l’inverno, una cucina centrale del tutto rinnovata è stata pulita e preparata, prima dell’apertura la prossima settimana. E a Oyak, i nuovi gelati ricevono già un buon successo.

Nelle ultime settimane, si è continuato a pregare per tutte le vittime del terremoto in Giappone e per tutti coloro che ne subiscono le conseguenze. Una domenica, la preghiera era in particolare comunione con i giovani del Giappone che hanno organizzato delle preghiere con i canti di Taizé in dieci città del paese. Ogni settimana, si prega anche per i popoli dell’Africa del Nord, del Medio Oriente e della Costa d’Avorio.

In questo periodo dell’anno, giovani di altri continenti sono arrivati sulla collina, dal Madagascar a Taiwan, per rimanere qualche mese, alla ricerca di un senso alla loro vita e con il desiderio di aiutare la comunità nell’accoglienza dei giovani che arriveranno a Pasqua e dopo. Altri sono stati recentemente inviati per qualche tempo in Romania, in Polonia, in Francia, in Bielorussia per visitare i giovani cristiani di questi paesi e condividere vicino a loro sempre di più l’amore di Cristo.

sabato 9 aprile

Taizé: la Quaresima è cominciata

Dopo tre settimane un po’ più piene in febbraio, la calma di fine inverno è arrivata a Taizé. Per tutti i presenti, il tempo di Quaresima permette di volgersi verso Dio, come è stato ricordato nella preghiera della sera del mercoledì delle ceneri, attraverso queste parole rivolte a tutti coloro che ricevevano le ceneri sulla loro fronte: “Convertiti e credi al Vangelo”.

Adesso che la Pasqua si avvicina, il gruppo dei volontari aumenta: alcuni vengono per passare le settimane di Quaresima a Taizé, altri si preparano per restare più a lungo. Fra questi vi è una grande diversità: giovani dell’America Latina e dell’Oceania si sono aggiunti al gruppo numeroso degli europei. E quando si incontrano, la loro gioia è così comunicativa che un Alleluia è talvolta difficile da trattenere.

Da tutta la Borgogna, sono arrivati visitatori giornalieri per partecipare alle giornate “porte aperte” dell’atelier di ceramica. Come numerosi ceramisti, in diverse parti della Francia, offrono lo stesso tipo di accoglienza, i fratelli della comunità hanno spiegato nel corso del fine settimana i loro differenti lavori, dalla preparazione della terra fino alla smaltatura, passando dalla decorazione alla cottura dei pezzi. I fratelli vivono solo del loro lavoro: questo importante aspetto della vita di comunità è stato dunque eccezionalmente presentato al pubblico.

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Dal Giappone alla Libia, dal Pakistan alla Costa d’Avorio, le notizie del mondo sono seguite con attenzione a Taizé. Le vittime del terremoto e dello tsunami in Giappone sono state più volte citate nelle intercessioni della preghiera della sera, in questi ultimi giorni; in quelle occasioni, quattro giapponesi erano presenti a Taizé: un pastore, un volontario che rimane un anno sulla collina e altri due giovani visitatori.

MERCOLEDÌ 23 MARZO

Lo spirito di unità si realizza attraverso la vita

Igor (Bielorussia)

Sono venuto a Taizé la prima volta qualche giorno durante la primavera. Ho conosciuto questo posto e questo incontro mi ha molto colpito. Qui l’ecumenismo e lo spirito di unità si realizzano attraverso la vita; così le incomprensioni scompaiono. È una buona esperienza per ogni cristiano imparare a capire meglio gli altri. E anche scoprire come Dio si esprime nelle differenti culture e tradizioni.

SABATO 12 MARZO

Essere in silenzio è imparare ad ascoltare

Élise (Francia)

All’inizio della mia settimana di ritiro, la colazione in silenzio (con sottofondo di musica classica) non è stata così strana come me lo ero immaginato. Tutta la notte avevo avuto paura di scoppiare a ridere nel bel mezzo del pranzo, poi in realtà, tutto è andato bene. Poi è iniziata l’introduzione biblica. Ho iniziato a capire che il silenzio non è fine a se stesso. Nono passerò dunque la settimana in silenzio solo per dimostrare a me stessa che ne sono capace, o per provare a parlare di meno in futuro. Essere in silenzio, è lasciare da parte atre cose, imparare ad ascoltare.

Visitando la chiesa romanica di Taizé, mi sono resa conto di quanto fosse buia, ma non buia in maniera triste. Piuttosto buia per mettere in evidenza qualche oggetto o disegno rischiarato. Mi viene allora in mente che è un po’ come questa settimana di silenzio: non sono rinchiusa, isolata, dai modi tristi. Per me, le sole parole che pronuncio diventano magnificate; mi piace dire a me stessa che le sole parole che pronuncio sono quelle dei canti e delle preghiere.

Dio ci invita a dargli fiducia, a rivolgerci verso di lui, costantemente. E forse è questo ciò che il silenzio permette. Sviati dalla preoccupazione costante delle proprie parole, si può rivolgersi a Dio. Senza parlare, si può ascoltare nel profondo di se stessi il messaggio d’amore di Gesù. Io che pensavo di passare la settimana a riflettere come cambiare per accogliere Dio, ho scoperto che Dio vuole parlarmi ora, come io sono.

MARTEDÌ 8 MARZO

Taizé: anche a febbraio, dei visitatori arrivati da ogni orizzonte

Alla metà di febbraio, un gruppo di giovani dei dintorni di Parigi ha trascorso una settimana sulla collina. Di origini molto differenti e dotati di un modo di fare molto disteso, si sono fatti molte amicizie fra gli altri giovani presenti ed hanno anche molto aiutato nelle mansioni quotidiane. La domenica mattina, il vescovo della loro diocesi, quella di Saint-Denis, ha presieduto la celebrazione dell’eucaristia.

Nel corso della settimana seguente, gruppi provenienti dalla Corea, dalla Francia, dalla Germania, dagli Stati Uniti e dall’Austria hanno partecipato agli incontri dei giovani.

In questo periodo, che ancora precede quello dei grandi incontri, i giovani che restano a Taizé più a lungo hanno anche riflettuto con alcuni fratelli della comunità sulle introduzioni bibliche per quest’anno. Ciascuno ha potuto dare la propria opinione sulla formulazione delle domande e sulla presentazione dei documenti, adattati alle differenti età, o anche proporre idee di riflessione o domande.

In questi tempi inquieti, tutti coloro che sono presenti a Taizé hanno pregato nella chiesa della riconciliazione, in comunione con gli abitanti dei paesi dell’Africa del Nord, così come per le vittime del terremoto in Nuova Zelanda.

Questa settimana sono iniziati i preparativi per l’accoglienza del periodo di Pasqua, con l’istallazione dei tendoni e l’apertura del primo nartece della chiesa, permettendo così di accogliere tutti i giovani nei tre momenti di preghiera. Visto il numero dei partecipanti, la distribuzione dei pasti, nonostante il freddo dell’inverno, si svolge all’aperto.

GIOVEDÌ 3 MARZO

Taizé: nel freddo dell’inverno, è iniziato un nuovo anno di incontri

All’inizio di febbraio, i giovani che aiutano nell’organizzazione degli incontri di Taizé hanno avuto la possibilità di approfondire insieme i tre temi della Lettera dal Cile: gioia, compassione e perdono. Dopo un’introduzione fatta da un fratello della comunità, i piccoli gruppi di discussione hanno permesso ad ognuno di condividere con gli altri e continuare la propria riflessione personale.

Se l’inverno persiste sulla collina, il numero dei giovani, settimana dopo settimana, non smette di aumentare. Dei liceali e degli studenti belgi, dei giovani polacchi e della Repubblica Ceca erano presenti queste ultime settimane. Di passaggio, un prete di New York originario del Kerala ha animato una riflessione sui cristiani di quella regione del sud dell’India, sottolineando le origini multiculturali sia del linguaggio che della musica liturgica.

Durante l’ultima settimana di gennaio si è tenuto il consiglio annuale dei fratelli della comunità. Il consiglio si è concluso con una preghiera durante la quale i fratelli che hanno fatto i voti perpetui hanno rinnovato il loro impegno stendendosi a terra per esprimere l’offerta della loro vita.

Numerose persone della regione sono venute in quell’occasione a pregare con i fratelli. Frère Alois ha pregato con queste parole: «In questo tempo dove, per molti nel mondo, le inquietudini di fronte all’avvenire diventano più minacciose, e dove la Chiesa è fortemente scossa, tu ci apri una via: quella di approfondire una vita contemplativa. Così saremo sempre di più fratelli di coloro che Dio ci affida.»

In gennaio, le suore di Saint-André, che collaborano all’accoglienza a Taizé da oltre quaranta anni, hanno eletto la loro nuova superiora generale, a Ramegnies-Chin, in Belgio: a Suor Dinorah succede Suor Agnès, che ha vissuto parecchi anni a Taizé dove ha partecipato all’accoglienza dei giovani.

GIOVEDÌ 10 FEBBRAIO
Ultimo aggiornamento: 31 ottobre 2011
Durante l’anno 2011, questa pagina sarà regolarmente aggiornata con notizie della vita sulla collina di Taizé.