TAIZÉ

India

 
Radunarsi senza paura delle differenza

Mi chiamo Melvin, provengo dal sud dell’India, dallo stato del Tamil Nadu. Faccio parte di un gruppo di giovani della parrocchia della mia città, Trichirappalli. Vorrei raccontarvi la mia esperienza dopo che l’onda dello tsunami del dicembre scorso ha colpito la costa orientale dell’India.

Il 26 dicembre 2004, l’onda ha distrutto quasi interamente 78 villaggi della nostra provincia. Appena abbiamo sentito la notizia, il nostro gruppo di giovani dell’ I.C.Y.M. (Movimento dei Giovani Cattolici Indiani) ha deciso di recarsi subito nei villaggi colpiti. Vi siamo giunti prima ancora dei soccorsi inviati dal governo. Vedendo la situazione, abbiamo capito che la cosa più urgente era di dar da mangiare ai superstiti. Insieme, il giorno seguente, abbiamo fatto 24000 «chapathi», delle gallette di farina, abbastanza per nutrire circa 6000 persone. Con alcuni amici, eravamo incaricati di raccogliere i corpi ancora giacenti nelle strade e di aiutare a seppellirli degnamente. Ci siamo dedicati più specificamente a una città chiamata Vailankanni, un celebre santuario mariano dove si recano in pellegrinaggio numerosi cristiani, ma anche degli indù e mussulmani.

Vi abbiamo organizzato la distribuzione delle «chapathi». Poi, i giovani hanno incominciato ad organizzare una raccolta di denaro, vestiti, utensili di cucina e cibo. Il nostro movimento di giovani ha assunto la responsabilità di organizzare un campo per 200 rifugiati. I giovani del I.C.Y.M. dello stato vicino, il Karnataka, sono venuti anch’essi a darci man forte nei lavori di ricostruzione.

Alcuni gruppi della Croce Rossa tedesca sono poi arrivati sul posto, ma senza sapere esattamente in quale modo aiutare. Hanno finalmente preso contatto con noi e ci hanno proposto di finanziare i nostri lavori. Il loro aiuto ha permesso di ricostruire 275 casette e 85 baracche da pesca. Loro hanno finanziato, ma noi eravamo incaricati dell’organizzazione concreta dei lavori.

Ho visto in quei luoghi devastati delle persone radunarsi senza paura della loro differenza di religione o di casta. L’esperienza di correre in aiuto e di mettermi a servizio dei miei fratelli mi ha profondamente colpito.

Ultimo aggiornamento: 5 luglio 2005