Accessibile per una piccola scala che scende all’interno della facciata del Duomo, l’antico battistero offre una testimonianza unica sulla fede dei primi cristiani di Milano. Scoperto solo 45 anni fa, il sito comprende le rovine del battistero, all’epoca costruzione di 20 metri di larghezza, con forse due piani, e anche, giusto accanto, le rovine di due chiese usate nello stesso periodo, Santa Tecla e la Basilica Vetus. Un ricordo particolarissimo segna questo luogo perché lì, molto probabilmente, nella notte pasquale dell’anno 387, Sant’Ambrogio, vescovo di Milano, avrebbe battezzato Sant’Agostino, allora giovane adulto.
I partecipanti al laboratorio si sono dapprima riuniti nella chiesa di San Gottardo, vicinissima al Duomo, dove un fratello di Taizé e un gruppetto di giovani li attendevano. Una breve esposizione presentava ciò che si sa del battistero (per esempio, il significato della sua forma ottagonale: essa ricorda l’ingresso del nuovo battezzato, attraverso la morte e risurrezione di Cristo, all’alba di una nuova settimana, l’ottavo giorno, inizio di una nuova creazione), e il modo in cui si praticava il battesimo a Milano nel IV secolo. In quel tempo, il battesimo era celebrato una volta all’anno, a Pasqua. I nuovi cristiani erano ricevuti durante la veglia pasquale, in piena notte, e introdotti dal vescovo nel battistero. Durante una cerimonia abbastanza elaborata, il nuovo cristiano era immerso per tre volte dal vescovo nelle acque agitate della grande vasca posta al centro dell’edificio, prima di entrare nella chiesa vicina dove l’assemblea cantava e attendeva i nuovi battezzati per celebrare insieme la risurrezione. Ciascuno riceveva una veste nuova in segno della vita nuova nel Cristo.
Prima d’andare a visitare il battistero, ogni partecipante all’incontro riceveva una piantina del sito come anche una copia del testo che Sant’Ambrogio aveva scritto per la dedicazione del battistero nel 378. Mentre i giovani scendevano a gruppi e camminavano sulle vecchie pietre, dove tanti credenti avevano affermato la loro fede, si poteva sentirli cantare a voce bassa i canti dell’incontro: «Tu sei sorgente viva, tu sei fuoco, sei carità. Vieni Spirito Santo».