TAIZÉ

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Un incontro a Taizé

Dal 10 al 12 luglio, su invito della Comunità di Taizé, si sono riuniti i rappresentanti di diversi servizi nazionali di pastorale giovanile e di movimenti cattolici impegnati nell’ecumenismo, oltre a cristiani protestanti e anglicani. Le discussioni sono state incentrate sulla domanda: come rendere il processo sinodale in corso nella Chiesa cattolica un momento forte nella ricerca dell’unità tra i cristiani e l’intera famiglia umana, e come incoraggiare il coinvolgimento dei giovani in questo processo?

I relatori erano Suor Nathalie Becquart, xmcj, della Segreteria del Sinodo, il Rev.do Padre Hyacinthe Destivelle, op, del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani, il Rev.do João Chagas, del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, e Fratello Alois, priore di Taizé. Questi giorni hanno permesso di camminare insieme in una grande diversità e nella speranza dell’unità.

Papa Francesco ha ricevuto in udienza frère Alois

Lunedì 21 marzo 2022, frère Alois, priore della Comunità di Taizé, è stato ricevuto in udienza privata da Papa Francesco. Dal 2013, questa udienza ha luogo ogni anno, come prima con Papa Benedetto XVI, così come frère Roger andava a Roma ogni anno.

Il primo argomento è stato la guerra in Ucraina e le iniziative di solidarietà prese da Taizé con i rifugiati ucraini. Frère Alois ha poi parlato del processo sinodale in corso nella Chiesa cattolica. Ha anche potuto condividere con Papa Francesco alcune notizie sulla vita della comunità e ha parlato della ricerca ecumenica di Taizé.

Nei prossimi giorni, frère Alois avrà altri incontri a Roma con i responsabili ecclesiastici. Inoltre, due preghiere con canti di Taizé avranno luogo nei prossimi giorni a Roma: martedì 22 marzo alle 21 nella chiesa di Santa Maria in Campitelli e mercoledì 23 marzo alle 12.30 nella Chiesa Reale Belga (via del Sudario 40), alla presenza di frère Alois e altri fratelli.


(C) Foto Vatican Media


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Ucraina | Un’iniziativa di solidarietà per accogliere i rifugiati

Di fronte alla crisi umanitaria causata dalla guerra in Ucraina, Taizé sta aprendo una piattaforma per mettere in contatto le persone ospitanti con gli esuli che hanno dovuto lasciare l’Ucraina.

Negli ultimi anni, molti giovani ucraini hanno partecipato agli incontri del pellegrinaggio di fiducia in Europa. Attualmente, molte famiglie, specialmente le madri con i loro bambini, hanno dovuto lasciare urgentemente il loro paese per rifugiarsi altrove. In molti luoghi, una dinamica di solidarietà sta prendendo forma per accoglierli e Taizé desidera sostenere questo slancio.

In collegamento con i nostri amici in Ucraina e nei paesi vicini, con le associazioni di solidarietà e anche con l’ambasciata ucraina a Parigi, proponiamo alle parrocchie o ai gruppi locali di prepararsi ad accogliere. Tuttavia, vorremmo attirare l’attenzione di coloro che sono pronti ad accogliere:

  • In questa fase, stiamo raccogliendo offerte, ma non possiamo garantire che una famiglia possa essere trovata nell’immediato futuro. È difficile stimare l’entità degli arrivi futuri.
  • È anche difficile sapere per quanto tempo queste famiglie avranno bisogno del vostro generoso sostegno.
  • Per una persona sola, o anche per una famiglia, una tale accoglienza può essere uno sforzo eccessivo. È meglio riunirsi con altre persone per assumere questo compito in una parrocchia o in un gruppo.
  • Infine, Taizé aiuta attraverso questa iniziativa a mettere in contatto le persone tra loro, ma non può poi sostenere situazioni specifiche o fornire assistenza o accompagnamento.

Si prega di compilare attentamente il modulo di accoglienza in francese o in inglese. Se avete altre domande, scriveteci a questo indirizzo.

Vi ringraziamo molto per la vostra disponibilità!

Ucraina | Articolo di frère Alois

Alla richiesta della rivista francese La Vie, frère Alois ha scritto questo articolo, che è stato pubblicato oggi anche nell’Osservatore Romano.

«In Ucraina, il male non avrà l’ultima parola»

Quest’anno il tempo di Quaresima comincia mentre il continente europeo è colpito dalla guerra. Questa tragica attualità c’immerge in pieno mistero del male. Gesù stesso ne ha fatto l’esperienza ultima accettando liberamente di perdere la propria vita sulla croce: è andato fino in fondo alla sofferenza. Nel nostro percorso verso la Pasqua siamo sostenuti da questa speranza: al di là della croce, mediante la resurrezione di Cristo, Dio ha aperto a tutta l’umanità un cammino di vita.

Com’è possibile che il fuoco delle armi e delle bombe laceri popoli per tanti aspetti così vicini l’uno all’altro? Tante famiglie hanno qualche persona cara da entrambi i lati della frontiera…. Durante un pellegrinaggio in Russia, in Bielorussia e in Ucraina nel 2015, con un piccolo gruppo di giovani di diversi paesi, ne sono stato testimone quando mi son recato in un ospedale di Kiev da alcuni soldati ucraini feriti in combattimento. Insieme a noi c’era una giovane donna russa. Qualche giorno fa, al momento dello scoppio della guerra, quella giovane russa si è ricordata di quella visita e ha raccontato: “Quando sono entrata nell’ospedale ero paralizzata dalla paura e dalla vergogna. All’inizio mi era difficile dire qualunque cosa. Poi mi sono messa a raccontare che da bambina ogni estate andavo da mio nonno in Ucraina, che mio cugino era nato in Ucraina. Allora i soldati ucraini hanno cominciato a cambiare, uno di loro all’improvviso ha detto che sua moglie era russa, poi un altro che i suoi genitori vivevano in Russia… Ed è apparso chiaro che in realtà eravamo molto vicini, che eravamo come fratelli e sorelle”.

Preghiamo affinché questi germogli di condivisione e di comunione non siano strappati dalla follia della guerra, ma alla lunga si rivelino più forti dell’assurda violenza. Sembra quasi troppo presto per esprimere questo auspico visto che ogni giorno che passa aumenta il numero delle vittime e dei feriti. Serbiamo tuttavia la speranza, radicata nel più profondo dei nostri cuori, che il male non avrà l’ultima parola.

Papa Francesco ha invitato a una giornata di digiuno e di preghiera per questo mercoledì delle Ceneri. In molti luoghi del mondo, credenti si riuniranno e pregheranno per la pace. Qualche giorno fa a Taizé abbiamo ricevuto il messaggio di un prete ortodosso in Russia: anche nella sua parrocchia pregano per la pace.

Sì, per vivere questo tempo di Quaresima in solidarietà con quanti soffrono a causa della guerra che imperversa in terra di Ucraina, ricordiamo nella nostra preghiera le vittime e le loro famiglie in lutto, i feriti, quanti sono dovuti fuggire, quanti avrebbero voluto farlo ma non hanno potuto, e anche tutti coloro che hanno scelto di restare là dove vivono. Pensiamo alle persone più fragili, che saranno le prime a subire le conseguenze del conflitto armato, ai bambini provati, ai giovani che non vedono un futuro.

Nella nostra preghiera non dimentichiamo di chiedere allo Spirito Santo d’ispirare i dirigenti dei popoli e tutti coloro che possono influenzare il corso degli eventi, affinché cessi al più presto il fuoco delle armi. Preghiamo affinché la guerra non accresca le divisioni in seno alle Chiese e alle famiglie e affinché i responsabili delle Chiese accompagnino tutti coloro che sono colpiti da questa terribile prova. E poiché ogni vita umana conta agli occhi di Dio, pensiamo ai combattenti di tutti i paesi coinvolti, e anche alle loro famiglie, per esempio a quelle nonne che vedono i propri nipoti partire per il fronte, per una guerra che non hanno scelto né voluto. Forse un giorno scenderanno addirittura in strada per gridarlo….

Mentre questo tempo di Quaresima inizia sotto cattivi auspici, siamo chiamati a vivere questi quaranta giorni in comunione con quanti, non solo in Europa ma ovunque nel mondo, sono colpiti dalla violenza. Sulla croce Cristo ha aperto le braccia per abbracciare tutta l’umanità. Un’umanità troppo spesso lacerata, ma unita per sempre nel cuore di Dio.

Preghiera per la pace in Ucraina

Mercoledì 2 marzo

In comunione con l’iniziativa di digiuno e preghiera proposta da Papa Francesco, la comunità si unirà alla preghiera per la pace in Ucraina mercoledì 2 marzo.


Sabato 26 febbraio

Ieri sera, la vigilia di preghiera per la pace in Ucraina è stata segnata da un lungo periodo di silenzio, introdotto dalla seguente preghiera detta da frère Alois:

Cristo risorto, rimanendo in silenzio davanti a te, eleviamo questa ardente preghiera: che il fuoco delle armi cessi sulla terra d’Ucraina! Accogli nel tuo amore coloro che muoiono per la violenza e la guerra, consola le famiglie in lutto, sostieni coloro che hanno dovuto prendere la strada dell’esodo. Di fronte a una sofferenza incomprensibile, crediamo comunque che le tue parole d’amore e di pace non passeranno mai. Hai dato la tua vita sulla croce e ci hai aperto un futuro, anche oltre la morte. Perciò ti imploriamo: donaci la tua pace. Tu sei la nostra speranza.

Alla fine del tempo di silenzio, il canto Laudate omnes gentes è stato ripreso da tutti in lingua ucraina: "Славіте всі народи / Slavite vsi narody".


Giovedì 24 febbraio

Di fronte agli atti di guerra in Ucraina, frère Alois ha detto la seguente preghiera durante la preghiera di mezzogiorno a Taizé, giovedì:

Dio dell’amore, siamo sconcertati dalla violenza nel nostro mondo, e specialmente ora dagli atti di guerra in Ucraina. Permettici di essere solidali con coloro che soffrono e che vivono oggi nella paura e nell’ansia. Sostieni la speranza di tutti coloro che, in questa amata parte del mondo, cercano giustizia e pace. Manda lo Spirito Santo, lo Spirito di pace, a ispirare i capi delle nazioni e tutti gli esseri umani.

Questo venerdì alle 20 (ora di Parigi), i fratelli e tutti i giovani presenti a Taizé pregheranno in silenzio per la pace. Coloro che desiderano partecipare a questa preghiera potranno unirsi grazie alla trasmissione in diretta.


Preghiera comune all’incontro di Taizé a Lviv, 30 aprile 2018

Messaggio di fr. Alois

Un tributo a Desmond Tutu

Cari familiari e amici,

in questo giorno in cui l’Arcivescovo Desmond Tutu è entrato nella vita dell’eternità, vorrei esprimere il mio affetto, e quello di tutta la Comunità di Taizé, a voi che avete condiviso la sua vita e le sue lotte per quasi sessantacinque anni.

Lo Spirito del Cristo Risorto lo ha reso una fonte di saggezza e di coraggio per il Sudafrica e per il resto del mondo durante le ore più buie dell’Apartheid e durante tutto il cammino verso la giustizia e la riconciliazione nel vostro paese.

Siamo grati per l’amicizia che ha legato l’Arcivescovo e la nostra comunità per più di quarant’anni. Dalla visita di frère Roger a Johannesburg nel 1978 e dalla sua stessa visita a Taizé nel 1979, siamo rimasti in comunione attraverso la preghiera, condividendo la stessa passione per risvegliare nuove generazioni di giovani alla fede in Cristo. Nel 1980, quando le tensioni erano alte nel vostro paese, egli organizzò il viaggio di 144 giovani sudafricani di tutte le origini, denominazioni ed estrazione sociale in un pellegrinaggio di riconciliazione a Taizé. Da allora, ha sostenuto fedelmente centinaia di giovani sudafricani inviati dalle loro chiese a rappresentare il loro paese nelle diverse tappe del pellegrinaggio di fiducia organizzato da Taizé. Due anni fa era ansioso di unirsi ai partecipanti all’incontro internazionale che avevamo preparato a Città del Capo.

Nel suo messaggio di benvenuto ai partecipanti del pellegrinaggio di Taizé a Johannesburg del 1995, scrisse: "La preghiera crea il clima in cui possiamo incontrarci e crescere nell’amore reciproco".

Insieme alle donne e agli uomini di buona volontà di tutto il mondo, e specialmente ai giovani del continente africano, rendiamo grazie per la sua vita e il suo ministero. Egli continuerà a ispirare i cercatori di giustizia e di pace.

Frère Alois, priore della Comunità di Taizé

Durante l’incontro di Taizé a Città del Capo, 2019

Messaggio di frère Alois per l’apertura del cammino sinodale a Roma

Frère Alois è stato invitato a parlare sabato 9 ottobre 2021 a Roma all’apertura del cammino sinodale di due anni della Chiesa cattolica sul tema della sinodalità. Ecco il testo del discorso che ha tenuto in questa occasione.

Grazie, Santo Padre, per aver convocato questo sinodo. A Taizé ci siamo commossi per essere stati invitati alla sua apertura. Grazie anche per la tradizione di invitare delegati di altre Chiese. Sarà prezioso ascoltare da loro la loro pratica della sinodalità, con i suoi benefici e i suoi limiti.

Questo processo sinodale arriva in un momento cruciale in cui stiamo assistendo a due sviluppi contraddittori. Da un lato, l’umanità sta diventando più chiaramente consapevole del fatto che siamo tutti collegati gli uni agli altri e all’intera creazione. D’altra parte, le polarizzazioni stanno aumentando a livello sociale, politico ed etico, causando nuove divisioni nelle società, tra i paesi e persino all’interno delle famiglie.

Purtroppo, tra le nostre chiese e anche al loro interno, c’è la tendenza a trasformare le differenze in polarizzazioni che separano le persone, in un momento in cui la nostra testimonianza di pace sarebbe vitale.

Come possiamo far progredire l’unità dei cristiani? Recentemente ho chiesto al pastore Larry Miller, ex segretario generale del Global Christian Forum. Ha risposto: "Non è bene iniziare dicendo: ’Questo è quello che siamo e perché abbiamo ragione’. Piuttosto, è bene riconoscere le nostre debolezze e chiedere alle altre chiese di aiutarci a ricevere ciò che ci manca - questo è l’ecumenismo ricettivo, che ci permette di accogliere ciò che viene dagli altri". Non vede forse bene questo pastore? Tutti noi portiamo il tesoro di Cristo in vasi d’argilla e forse risplende più chiaramente quando riconosciamo umilmente ciò che ci manca.

All’interno della stessa Chiesa cattolica, il sinodo porterà alla luce grandi diversità. Queste saranno tanto più fruttuose se allo stesso tempo si approfondirà la ricerca della comunione. Non per evitare o nascondere i conflitti, ma per alimentare un dialogo che riconcili.

Per favorire questo, mi sembra auspicabile che ci siano, nel cammino sinodale, momenti di respiro, come delle soste, per celebrare l’unità già realizzata in Cristo e renderla visibile.

A questo proposito, Santo Padre, poiché lei ci invita a sognare, vorrei condividere un sogno. Sarebbe possibile che un giorno, nel corso del processo sinodale, non solo i delegati ma il popolo di Dio, non solo i cattolici ma i credenti delle varie Chiese, siano invitati a un grande incontro ecumenico? Perché attraverso il battesimo e la Sacra Scrittura siamo sorelle e fratelli in Cristo, uniti in una comunione ancora imperfetta ma reale, anche quando le questioni teologiche rimangono irrisolte.

Un tale incontro - qui a Roma e nello stesso tempo altrove nel mondo - avrebbe al suo centro una sobria celebrazione in ascolto della parola di Dio, con un lungo momento di silenzio e di intercessione per la pace. I giovani potrebbero essere gli animatori? Una tale celebrazione potrebbe essere prolungata da un tempo di condivisione tra le denominazioni? Scopriremmo che essendo uniti in Cristo, diventiamo operatori di pace.

La nostra esperienza a Taizé mi incoraggia a fare una tale proposta. Nella nostra comunità, provenendo da diverse denominazioni, viviamo sotto lo stesso tetto. Per più di sessant’anni, abbiamo accolto giovani provenienti da diverse chiese o semplicemente alla ricerca del senso della loro vita. Lungi dall’essere d’accordo su un minimo comune denominatore, siamo costantemente spinti ad andare alla fonte del Vangelo, al Cristo risorto che, attraverso lo Spirito Santo, ci conduce insieme al Padre di tutti gli esseri umani senza eccezione

Foto: Tilen Čebulj

Frère Sylvain (1933-2021)

Martedì 2 febbraio, frère Sylvain è morto pacificamente. È stato in buona forma fino all’ultimo giorno, ha cenato con i fratelli e poi si è sentito male. È morto quasi subito. Aveva 87 anni.

La celebrazione in sua memoria si è svolta venerdì 5 febbraio alle ore 12, nella Chiesa della Riconciliazione a Taizé.


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Preghiera di frère Alois

Sia lode a te, Dio di tutti gli esseri umani, per il nostro fratello Sylvain, per la lunga vita che gli hai dato sulla terra e per la sua presenza umile e discreta in mezzo a noi.

Per tutta la vita lo hai sostenuto col tuo Santo Spirito, già da quando, ancora giovanissimo, perse la madre e dovette assumersi la responsabilità di aiutare sua sorella e suo fratello. Ha imparato, anche durante le prove, a mantenere il suo temperamento gioioso e il suo senso dell’umorismo, e a lasciare che il suo spirito di fede si irradiasse per coloro che gli mettevi vicino.

Ti ringraziamo per essere rimasto con lui in particolare durante i quarant’anni in cui ha vissuto con i fratelli nelle fraternità nelle Filippine, in Giappone e in Corea. Con loro e come loro, per amore di Cristo e del Vangelo, ha cercato di essere vicino ai più vulnerabili e, con grande semplicità, di creare ponti tra culture diverse, volti diversi dell’umanità.

Gli hai dato alla luce in un’antica famiglia ugonotta sulle montagne dell’Ardèche. Attingendo a queste radici, ha sviluppato un amore profondo per le Sacre Scritture e le storie della Bibbia: hanno nutrito la sua vita interiore; e con le sue doti artistiche le seppe rappresentarle con i suoi disegni, e anche con le belle decorazioni della Cattedrale di Oran.

Ti rendiamo grazie, Dio vivente, per avergli concesso una morte pacifica e per averlo accolto ora alla tua presenza.

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Il tempo dell’Avvento

  • Fuori dalla Chiesa della Riconciliazione, lungo la strada, è stato allestito come ogni anno un presepe. Si evolverà di settimana in settimana fino a Natale.


  • Ogni settimana dell’Avvento, una meditazione biblica viene pubblicata su Taizé con sottotitoli in italiano.

  • La preghiera letta ogni mezzogiorno da fr. Alois è ancora disponibile online in questa pagina in francese, inglese e tedesco.