TAIZÉ

2022 Lasciamoci trasfigurare dalla luce dell’amore di Dio

 

È una grande gioia per noi rivedere tanti di voi in questa Chiesa della Riconciliazione! In questi giorni sono passati esattamente sessant’anni da quando questa chiesa è stata inaugurata e abbiamo pregato qui.

Molti di voi vengono a Taizé per la prima volta, dopo due estati segnate dalla pandemia. Spero con tutto il cuore che questo soggiorno vi porti la pace di Cristo e la gioia.

Questa settimana ci sono giovani e famiglie di Torino, che di recente ci hanno accolto così calorosamente per il nostro incontro europeo in quella città. C’è anche un gruppo della regione di Rostock, nel nord della Germania, sul Mar Baltico, dove andremo alla fine dell’anno. Benvenuti a tutti!

Avete riflettuto su questo ieri nei piccoli gruppi di scambio: nel Vangelo c’è una chiamata molto forte a vivere una fraternità universale. Per noi credenti, quindi, praticare la fraternità è inseparabile dalla fede. Gesù disse: "Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me". (Mt 25,40)

Venendo nel mondo, Cristo si è unito a ogni essere umano. Ci avviciniamo a Lui quando andiamo da coloro che sono feriti dalla vita; essi ci portano a un rapporto più profondo con Gesù. E non dimentichiamo che vivere in fraternità significa dare e ricevere dagli altri.

Come avrete letto nella nostra terza proposta per il 2022, mi sembra che oggi siamo chiamati a vivere una tale fraternità "con i cristiani di tutte le Chiese, con i credenti di varie religioni, con le donne e gli uomini di buona volontà che non credono in Dio".

Alcuni di voi possono vivere questa esperienza di fratellanza universale nel proprio ambiente, ma anche a volte andando in un altro Paese per un periodo di volontariato. Vedo in tanti giovani una sete di impegno, una capacità di non rimanere passivi di fronte alle gravi prove che la nostra famiglia umana sta attraversando!

Questa settimana sono arrivati diversi gruppi con alcuni rifugiati dall’Ucraina. È un grande dolore per tutti noi che la tragedia della guerra continui a colpire il nostro continente europeo. Ma vorrei anche dire quanto siamo colpiti, a Taizé, dalla generosa accoglienza che tante persone hanno offerto a chi ha dovuto lasciare il proprio Paese. È una bella dimostrazione di solidarietà. Vorremmo esprimere la nostra vicinanza agli ucraini che si trovano qui questa settimana.


Un’ultima parola. Questa settimana, sabato 6 agosto, celebreremo una festa la cui importanza è sottolineata dai cristiani dell’oriente: la festa della Trasfigurazione. Ricorda il momento della vita di Gesù quando, salito su un monte a pregare con tre dei suoi discepoli, il suo volto cambiò improvvisamente e i discepoli lo videro in una luce indescrivibile.

Infatti, i discepoli vedono improvvisamente chi è veramente Gesù. Colui che hanno scelto di seguire sta per arrivare all’estremo della sofferenza. E ora risplende la luce di Dio davanti a loro, si trasfigura. I discepoli scoprono che egli vive in una misteriosa familiarità e vicinanza con Dio.

In che modo questo evento ci parla oggi? Gesù ci invita ad accompagnarlo per un po’ con i suoi discepoli sul Monte Tabor. Lì, sulla montagna, non solo ci fa vedere che lui stesso è abitato dalla luce di Dio, ma ci fa anche capire che vuole condividere questa luce con ognuno di noi.

Guardando a Gesù trasfigurato, la luce che brilla nelle tenebre, comprendiamo che essere cristiani significa lasciarsi trasfigurare dalla luce dell’amore di Dio. Quando, nella preghiera, guardiamo alla luce di Cristo trasfigurato, essa viene ad abitare nei nostri cuori. E Dio ci dice anche che siamo i suoi figli prediletti. E lo dice a ciascuno di noi, senza eccezioni.

Ultimo aggiornamento: 7 agosto 2022