È una grande gioia darvi il benvenuto a Taizé questa settimana! Venite da una grande varietà di Paesi: dal Portogallo all’Ucraina, dall’Estonia all’Italia, con gruppi provenienti anche da Slovenia, Serbia e Ungheria. In Cristo, cerchiamo sempre di camminare insieme, di ascoltarci e di vivere nell’unità che è già data in Lui.
Siamo anche lieti di accogliere oltre 330 giovani provenienti da diverse parti della Spagna, tra cui 170 da Madrid. Ieri è arrivato il loro arcivescovo, il cardinale José Cobo, che ha voluto trascorrere questi giorni con loro qui a Taizé. È così bello quando i leader della Chiesa ascoltano i giovani. Grazie per essere venuti!
Oggi è la festa dell’apostolo Giacomo. Quarant’anni fa ero a Santiago de Compostela, un luogo di pellegrinaggio dedicato a questo santo in Galizia, nel nord-ovest della Spagna. San Giacomo era il patrono della parrocchia anglicana in cui sono cresciuto in Inghilterra. Il nostro parroco mi chiese di pregare sulla tomba dell’apostolo per la nostra parrocchia.
È stato un gesto che mi ha colpito e mi ha fatto intravedere la Chiesa indivisa, aiutandomi a comprendere la bellezza dell’universalità di Cristo, della nostra fede tramandata dai tempi degli apostoli fino ad oggi.
Per certi versi, questa fede è sempre fragile. Ogni giorno dobbiamo accogliere il dono della fiducia in Dio. Nella lettura di questa sera abbiamo sentito san Paolo dirci che spesso siamo scossi dalle situazioni che incontriamo. Portiamo la presenza di Cristo nei vasi di argilla della nostra umanità.
Ma Paolo ci spiega che proprio per questo è chiaro che il fulgore viene dall’amore di Dio e non da noi. È così che, attraverso lo Spirito Santo, possiamo vivere questo amore per gli altri. Attraverso la nostra vita, possiamo comunicare il poco che abbiamo capito del Vangelo.
Seguire Cristo non significa essere forti in termini umani. Significa accettare la fiducia che, così come siamo, Cristo si impegna con noi per farci camminare con lui giorno dopo giorno.
Sabato sera, durante la preghiera serale, avremo la grande gioia di accogliere un nuovo fratello nella nostra comunità. Si chiama Adam e viene dalla Polonia. È arrivato a Taizé lo scorso settembre come volontario e vive nella nostra casa da un mese.
Adam aveva già espresso il desiderio di diventare fratello e qualche giorno fa gli ho chiesto se era pronto a ricevere l’abito della preghiera. Ha risposto con un grande sorriso "sì", quindi sarà un nuovo fratello tra noi e inizierà il tempo di discernimento che lo preparerà a capire cosa significa impegnarsi per tutta la vita nella nostra comunità.
Vi prego di pregare per Adam in questi giorni. Anche se rimarrà qui, la domanda per lui e per ciascuno dei miei fratelli è la stessa che si pone a voi che presto lascerete Taizé: come posso rispondere nella mia vita quotidiana alla chiamata di Gesù "Vieni e seguimi"?
È lo Spirito Santo che ci guiderà in questo cammino, ma nelle settimane a venire rileggete la lettura di questa sera, tratta da 2 Corinzi 4,7-14. Vi aiuterà ad accogliere il tesoro della presenza di Cristo nelle sfide che la vita ci chiede di affrontare.
Infine, vorrei riconoscere la presenza del gruppo che è venuto dall’Ucraina questa settimana. È così importante avervi tra noi. A maggio, sono stato con due miei fratelli in questo Paese e abbiamo visto sia la sofferenza che il coraggio di questo popolo. Non vi abbiamo dimenticato.
Questa sera sono con noi Ostap e Oksana.
Ostap: Cosa possiamo fare per starvi vicino in questo periodo di guerra?
“Grazie per l’opportunità di parlare oggi con tutti voi. Voglio dire un enorme grazie per tutto il sostegno ricevuto da diversi Paesi, da diverse comunità, da diverse persone.
Grazie mille fratelli, sorelle e a tutti coloro che pregano per la pace in Ucraina qui a Taizé.
Continuano i terribili atti di terrorismo in Ucraina. Due settimane fa, un ospedale pediatrico di Kiev, capitale dell’Ucraina, e diverse città nei dintorni, sono stati attaccati da missili russi. Almeno 36 persone sono state uccise e più di 140 ferite. Ogni giorno e anche adesso la gente muore e soffre, ma non abbiamo bisogno di pietà, abbiamo bisogno di amici, di persone che siano con noi. Abbiamo bisogno di sentire che non siamo soli.
Interessatevi, chiedete di più sulla guerra in Ucraina, informatevi. Abbiamo bisogno di solidarietà, empatia, preghiera - perché sentiamo il vostro sostegno e le vostre preghiere.
È possibile tenersi in contatto con gli ucraini in diversi modi, ad esempio attraverso i social media, le lettere e le telefonate. Grazie.”
Oksana, hai partecipato all’incontro europeo di Lubiana all’inizio dell’anno. Perché è stato importante per te?
“Una volta, precisamente quest’inverno, ho avuto la grande opportunità di partecipare a Taize a Lubiana.
È stata un’esperienza unica nella mia vita. Diverse migliaia di persone riunite in un unico luogo per pregare: è davvero qualcosa di incredibile. Quando ci siamo riuniti insieme con le candele in mano ad ognuno, sembrava di essere su un altro pianeta con tante piccole fonti di luce come quelle del cuore di ognuno, qualcosa di incredibile, poi abbiamo iniziato a pregare. Credo che sia stato in quel momento che ho sentito la presenza dello Spirito Santo in modo speciale tra di noi, probabilmente per la terza volta nella mia vita. È difficile da descrivere, bisogna sentirlo.
Ricordo Lubiana soprattutto per le persone, le sorelle Daria e Marietta ci hanno accolto con un calore incredibile.
So che qui ci sono anche persone provenienti dalla Slovenia, quindi se conoscete le sorelle Daria e Marietta, per favore portate loro un sincero saluto e un ringraziamento da parte degli ucraini.. ”
Alla fine di quest’anno, il nostro incontro europeo si terrà a Tallinn, la capitale dell’Estonia. Vogliamo andarci per pregare per la pace. Potremo sperimentare insieme un segno di unità in Cristo e anche di un’Europa aperta e accogliente per tutti. Unitevi a noi dal 28 dicembre al 1 gennaio!
Venite in chiesa domani sera già alle 20.00. Come ogni venerdì sera, pregheremo in silenzio per la pace in tutte le zone di conflitto del nostro mondo. Spesso non sappiamo come reagire di fronte alle sofferenze che gli esseri umani impongono agli altri, ma pregare in silenzio ci permette di mettere tutto davanti a Dio e fa nascere in noi il desiderio di diventare pellegrini di pace ovunque Dio ci metta.
Grazie per essere venuti a Taizé questa settimana, e la benedizione di Dio sia con tutti voi mentre vi preparate per il vostro ritorno a casa.