Oggi abbiamo partecipato a un grande evento sportivo. È la prima volta nella storia del nostro villaggio di Taizé che il Tour de France passa di qui. Grazie a tutti voi per la disponibilità a condividere questo evento.
È stata una meravigliosa opportunità di camminare insieme alla gente del nostro villaggio e della nostra regione. Quando i cristiani lasciano il loro ambiente abituale e vanno a incontrare altre persone nella società che forse hanno pochi legami con la fede, a volte possono accadere cose meravigliose.
Scopriamo la nostra comune umanità. Crescono l’amicizia e la fiducia. Quando costruiamo un progetto insieme, spesso andiamo oltre le idee che avevamo l’uno dell’altro. Si apre un percorso di comunione.
Non siamo forse chiamati a essere come il lievito nella pasta della società? Gesù usa questa immagine per parlare del regno di Dio.
Poiché il lievito è molto piccolo, spesso dobbiamo accettare che come cristiani non siamo così numerosi e non siamo migliori degli altri. Ma abbiamo qualcosa da condividere nel costruire ponti, nel riunire le persone, nel dare noi stessi per gli altri come Gesù ha dato se stesso per noi.
E forse scopriremo che abbiamo qualcosa da imparare anche da chi, al di fuori della Chiesa, è impegnato nella società.
Questo pomeriggio abbiamo cercato di esprimere un senso di solidarietà attraverso i diversi striscioni e manifesti. Nel mondo di oggi, non sta forse diventando sempre più importante? Siamo pronti a fare scelte che pensino non solo a noi stessi, ma anche a chi è ai margini della società?
Non vogliamo dimenticare o diventare indifferenti alle persone che soffrono in situazioni di guerra. Non possiamo trascurare la sofferenza del nostro pianeta, la casa comune che condividiamo con tutto il creato. Ognuno di noi, con le proprie scelte, può contribuire a migliorare la vita di tutti.
In queste settimane, durante la preghiera serale, abbiamo ascoltato il "discorso della montagna", una raccolta di insegnamenti di Gesù che troviamo nel Vangelo di Matteo. Questa sera abbiamo ascoltato alcune parole impegnative che possono parlarci in questi tempi in cui a molti di noi viene chiesto di fare delle scelte nei nostri diversi Paesi.
Gesù insegna a non accumulare tesori sulla terra, ma in cielo, cioè in Dio. L’immagine del tesoro mi fa pensare a cosa è importante per me? Cosa voglio veramente? Come spendo il mio tempo e le mie energie? La risposta a queste domande rivela qualcosa su chi sono veramente e rivela il nostro vero io ("cuore").
E poi Gesù parla del nostro occhio in modo molto drammatico. Su cosa ci concentriamo? Ancora una volta, è una questione di priorità e di comprensione della fonte di ciò che stiamo facendo. L’occhio "sano" è quello semplice e indiviso. L’occhio semplice è generoso piuttosto che invidioso.
Infine, Gesù parla dell’impossibilità di servire due padroni: ci troveremo in costante opposizione al nostro interno. Egli usa l’esempio di come sia difficile servire sia la ricchezza che Dio.
Quindi, in questo tempo di scelte, saremo pronti a lasciare che il Discorso della Montagna ci aiuti a trovare la strada. Quando lascerete Taizé, forse nelle prossime settimane potreste leggere i capitoli 5 e 6 del Vangelo di Matteo. È il vostro compito a casa!
Domani sera, unitevi a noi già alle 20 in chiesa per pregare in silenzio per la pace nel nostro mondo, come facciamo ogni venerdì. Spesso non sappiamo cosa dire quando vediamo la sofferenza delle persone in Ucraina, a Gaza, ad Haiti, in Nicaragua e in molti altri luoghi, senza dimenticare coloro che sono presi in ostaggio in diverse situazioni.
Restando in silenzio davanti a Dio, esprimiamo la nostra solidarietà con coloro che non possono parlare e forse le parole sorgeranno nei nostri cuori per mostrarci quali piccoli gesti possiamo compiere per mettere in pratica questa solidarietà.